Cronaca
La strage di Altavilla, Procura: "Barreca convinto della presenza del demonio"
Riti di esorcismo e torture andavano avanti da circa un mese
La frequentazione tra Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente, la coppia accusata di di essere stata sua complice, "ha convinto l'uomo che nella villetta ci fosse una presenza demonica". Lo ha detto Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese, nel corso della conferenza stampa convocata presso la Compagnia carabinieri di Bagheria sul trplice delitto di Altavilla. "Si è creata una situazione che ha convinto Barreca ad adoperarsi per scacciare via il demonio con torture inflitte alle persone che loro ritenevano possedute". La coppia palermitana composta da Sabrina Fina e Massimo Carandente, accusata di essere stata complice di Giovanni Barreca nella strage familiare di Altavilla Milicia, "era presente al momento dell'omicidio", ha sostenuto in conferenza stampa il sostituto procuratore di Termini Imerese Manfredi Lanza.
"Non abbiamo ancora i risultati dell'autopsia e quindi non possiamo dire ancora come siamo morti Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel - ha aggiunto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio -. Possiamo però dire che la morte è stata causata da comportamenti messi in atto da Giovanni Barreca e dai due coniugi palermitani che per giorni hanno operato all'interno di quella casa". Riti di esorcismo e torture, nella casa di Altavilla Milicia (Palermo) dove Giovanni Barreca viveva con la moglie Antonella Salamone e i tre figli, "duravano da circa un mese". La circostanza è emersa nel corso della conferenza stampa sulla strage familiare. "Sembrerebbe che la partecipazione alle torture sia stata corale - ha aggiunto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio -, l'unica che mi sento di escludere è la madre".