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LE CLASSI DEL MAJORANA A LAMPEDUSA PER COMMEMORARE LE VITTIME DEL NAUFRAGIO DEL 3 OTTOBRE 2013

Scuola

LE CLASSI DEL MAJORANA A LAMPEDUSA PER COMMEMORARE LE VITTIME DEL NAUFRAGIO DEL 3 OTTOBRE 2013

Anche quest'anno il 3 ottobre, uno degli anniversari più bui della nostra storia recente è passato un po' in sordina, un po' tristemente ricordato in quel di Lampedusa, e in...

Stefano Blanco

11 Ottobre 2022 16:55

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Anche quest'anno il 3 ottobre, uno degli anniversari più bui della nostra storia recente è passato un po' in sordina, un po' tristemente ricordato in quel di Lampedusa, e in qualche capitale europea come Bruxelles. Eppure quel giorno, 3 ottobre 2013,andrebbe ricordato non solo per le 368 vittime, uomini, donne e bambini che dentro le loro bare affollarono gli hangar dell'aeroporto di di Lampedusa, creando immagini che difficilmente si possono spiegare a parole ma anche per non dimenticare come centinaia e centinaia di persone rischino la vita ogni giorno scappando alla ricerca di un futuro che a volte, quando va bene, inizia proprio dalle coste siciliane. Da quel 3 ottobre, la Sicilia e Lampedusa in primis ricordano quelle vittime grazie al lavoro del comitato 3 ottobre e del suo presidente Tareke Brhane che ogni anno invita e accoglie decine di scuole da tutta Europa. Da cinque anni a questa parte anche la professoressa Sonia Madonia oggi all'istituto Ettore Majorana di Gela porta le sue classi a Lampedusa e anche quest'anno col benestare della dirigente Linda Bentivegna, la professoressa non è stata da meno coinvolgendo colleghi e alunni in questo viaggio attraverso la memoria. Dal 2013 in poi sono circa 24 mila le vittime dei flussi migratori nel Mediterraneo. Per questo il 3 ottobre diventa una data importante per non sottovalutare uno dei fenomeni più tristi e pressanti del nostro secolo. L'esperienza a Lampedusa negli anni ha segnato positivamente decine e decine di alunni, grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, ai momenti di aggregazione e confronto con scuole da tutta Europa ma anche grazie ai momenti di gioia e di cultura.di Stefano Blanco

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