L’omicidio di Loredana Cultraro 16 anni fa e la ferita ancora lancinante per la comunità di Niscemi
Attualità
L’omicidio di Loredana Cultraro 16 anni fa e la ferita ancora lancinante per la comunità di Niscemi
La ragazza, assassinata da tre amici, è stata ricordata con una celebrazione
Era il primo maggio del 2008 quando mamma e papà della 14enne niscemese Lorena Cultraro denunciarono la sua scomparsa. Le ricerche furono intense per giorni, fino al 13 maggio quando intorno a mezzogiorno un contandio si recò nella sua campagna compiendo la macabra scoperta: il corpo di una ragazzina galleggiante, all'interno di un pozzo di un terreno confinante il suo. Subito le attenzioni si concentrarono su tre amici stretti dell'adolescente e nel pomeriggio dello stesso giorno uno di loro confessò, come un fiume in piena. Lorena fu portata in quella campagna, fu stuprata, strangolata con un filo elettrico. I suoi vestiti vennero bruciati e il suo corpo fu gettato all'interno del pozzo, legato a un pesante masso. Le indagini, contraddistinte da aspetti deplorevoli, dimostrarono che i tre avevano premeditato tutto, perchè Lorena gli aveva comunicato di essere incita, di non sapere chi fosse il padre e che qualcuno doveva assumersene la responsabilità. Poi si scoprì che il test era risultato negativo ma l'esito non scalfi il progetto criminale dei tre amici della ragazzina: Lorena doveva morire. A 16 anni dal terribile omicidio Niscemi le ha reso memoria con una celebrazione eucaristica. Le indagini rivelarono aspetti macabri: i dettagli del piano premeditato dei tre ragazzini, le violenze e le costrizioni nei confronti di Lorena, la ferocia animalesca dell'omicidio e delle dichiarazioni che i tre adolescenti fecero tra loro, sull'opportunità di nasconderla meglio o lasciarla viva per divertirsi ancora e ancoea frasi indegne verso una giovane vita spezzata. I funerali di Lorena furono celebrati il 18 maggio del 2008. Davanti a un'immensa folla in lacrime e alla bara bianca il parroco tuonò: "questa morte ha disonorato la città" mentre 14 furono lanciati in cielo. A distanza di 16 anni la stessa comunità continua a ricordare il sacrificio di Lorena come veicolo educativo per le nuove generazioni.
Era il primo maggio del 2008 quando mamma e papà della 14enne niscemese Lorena Cultraro denunciarono la sua scomparsa. Le ricerche furono intense per giorni, fino al 13 maggio quando intorno a mezzogiorno un contandio si recò nella sua campagna compiendo la macabra scoperta: il corpo di una ragazzina galleggiante, all'interno di un pozzo di un terreno confinante il suo. Subito le attenzioni si concentrarono su tre amici stretti dell'adolescente e nel pomeriggio dello stesso giorno uno di loro confessò, come un fiume in piena.
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Lorena fu portata in quella campagna, fu stuprata, strangolata con un filo elettrico. I suoi vestiti vennero bruciati e il suo corpo fu gettato all'interno del pozzo, legato a un pesante masso. Le indagini, contraddistinte da aspetti deplorevoli, dimostrarono che i tre avevano premeditato tutto, perchè Lorena gli aveva comunicato di essere incita, di non sapere chi fosse il padre e che qualcuno doveva assumersene la responsabilità. Poi si scoprì che il test era risultato negativo ma l'esito non scalfi il progetto criminale dei tre amici della ragazzina: Lorena doveva morire. A 16 anni dal terribile omicidio Niscemi le ha reso memoria con una celebrazione eucaristica.
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Le indagini rivelarono aspetti macabri: i dettagli del piano premeditato dei tre ragazzini, le violenze e le costrizioni nei confronti di Lorena, la ferocia animalesca dell'omicidio e delle dichiarazioni che i tre adolescenti fecero tra loro, sull'opportunità di nasconderla meglio o lasciarla viva per divertirsi ancora e ancoea frasi indegne verso una giovane vita spezzata. I funerali di Lorena furono celebrati il 18 maggio del 2008. Davanti a un'immensa folla in lacrime e alla bara bianca il parroco tuonò: "questa morte ha disonorato la città" mentre 14 furono lanciati in cielo. A distanza di 16 anni la stessa comunità continua a ricordare il sacrificio di Lorena come veicolo educativo per le nuove generazioni.