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Messina Denaro chiamava l’amante Kokka, la portava a fare shopping e in ristoranti di lusso

Cronaca

Messina Denaro chiamava l’amante Kokka, la portava a fare shopping e in ristoranti di lusso

Si era presentato come un medico in aspettativa

Redazione

25 Settembre 2024 12:40

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La chiamava Kokka e la portava in giro per tutta la Sicilia, tra negozi per fare shopping e ristoranti di lusso. È quanto emerge nelle 208 pagine di verbale in cui una donna di Campobello di Mazara che ha 38 anni, racconta gli anni trascorsi insieme al boss Matteo Messina Denaro tra l'ottobre del 2019 e l'aprile del 2022. Il boss, secondo quanto ha raccontato la testimone agli inquirenti, si sarebbe presentato nel suo negozio di frutta e verdura come il «dottore Francesco Averna», all'epoca 57 anni, nato non il 26 aprile 1962 (sua reale data di nascita) ma il primo maggio, residente a Palermo «nella zona di via Belgio», «divorziato», «medico anestesista in aspettativa in una clinica privata» del capoluogo, «padre di due figlie ormai grandi», che avrebbe cresciuto in buona parte da solo perché piantato dalla moglie quando aveva scoperto una sua tresca con la sorella.

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Messina Denaro avrebbe confidato all'amante di avere una madre anziana «accudita da una badante a Castelvetrano», che «si chiamava Lavinia come una delle sue figlie», e di avere anche «un cagnolino», quello che utilizzava come foto profilo sui social. Il medico Averna «era ricco e benestante», con «un portafoglio molto pregiato, pieno di soldi tutti messi ordinati» e una copia de «L'origine del mondo» di Gustave Courbet a sovrastare il letto dell'alcova - che poi era il covo di via San Giovanni a Campobello - in cui «due volte a settimana» la coppia si incontrava.

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Il boss avrebbe portata in giro la sua ultima fiamma «con una Fiat 500» in varie parti della Sicilia, al centro commerciale Conca d'Oro di Palermo per fare shopping, in ristoranti alla moda di Mondello e Sferracavallo, in un resort dell'Addaura, e in località turistiche come Cefalù e Taormina. Conosceva tutti ma non salutava nessuno, "dava sempre l'impressione - ha dichiarato la donna - che non aveva amici, era chiuso, molto riservato, strano, non sopportava niente, diceva: "Io ho le mie cose non le racconto a nessuno, non mi piace parlare di me...". Al pm che la interrogava la testimone ha confessato: «Ho capito troppo tardi di avere rischiato la vita. Sono stata ingenua e infatti non avrò mai più rapporti con persone che non conosco».

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