Cronaca
Morti sei dei sette pazienti trasferiti al Sant’Elia, i familiari chiedono giustizia
C'è molta rabbia per i familiari dei sette pazienti trasferiti da Gela a Caltanissetta lo scorso 20 gennaio. Erano ricoverati in terapia intensiva, quando scoppiò un focolaio...
C'è molta rabbia per i familiari dei sette pazienti trasferiti da Gela a Caltanissetta lo scorso 20 gennaio. Erano ricoverati in terapia intensiva, quando scoppiò un focolaio all'interno del reparto, che fu chiuso. Medici e infermieri risultarono positivi e la direzione sanitaria di Caltanissetta decise di riaprire la terapia intensiva del Sant'Elia e di organizzare il trasporto dei sette gelesi in autoambulanza. A distanza di qualche settimana sono tutti deceduti. Cresce il rammarico dei parenti. Sono convinti che il trasporto di pazienti così fragili abbia aggravato le loro condizioni fino a portarli alla morte, come racconta Francesca, la figlia di Federico Lombardo, caposala in pensione del Vittorio Emanuele che si è spento a 64 anni. I familiari, riuniti in un comitato, si sono già rivolti alla magistratura e questa mattina hanno preso parte al sit-in organizzato davanti l'ospedale. L'ASP ha sempre ammesso la carenza di personale della terapia intensiva di Gela. Ha definito il trasporto una scelta obbligata e logica, utile a dare assistenza ai sette pazienti ma anche a tutti quelli che necessitavano un posto in rianimazione. L'azienda sanitaria ha assicurato che il trasporto è avvenuto in sicurezza con autoambulanze medicalizzate con a bordo un medico anestesista. Spiegazioni che non bastano ai parenti delle vittime.di Graziano Amato