Cronaca
Morto dopo una lite davanti ad una concessionaria: fermate tre persone dell’agrigentino
Durante la rissa è stato ucciso Roberto Di Falco, 38 anni
Tre persone sono state fermate su ordine della Procura di Agrigento perchè coinvolte nella rissa di ieri pomeriggio (23 febbraio), scoppiata nel piazzale della concessionaria di auto al Villaggio Mosè, durante la quale è stato ucciso Roberto Di Falco, 38 anni, di Palma di Montechiaro. I tre indagati sono di Palma di Montechiaro e stanno per essere portati in carcere. Domani la procura chiederà la convalida e lunedì tutto sarà rimesso nelle mani del giudice. L'inchiesta, delicata e complicata, non è conclusa. Il provvedimento è arrivato dopo circa 12 ore di interrogatori e indagini. Vi sarebbero state, durante gli interrogatori fatti in questura, con il procuratore Giovanni Di Leo, anche delle persone che, assistite dai propri legali di fiducia, si sarebbero avvalse della facoltà di non rispondere.
Altre invece avrebbero rilasciato dichiarazioni spontanee. La pistola che ha ucciso Di Falco non è stata ancora ritrovata. Omicidio mediante errore: questa la contestazione mossa alle tre persone destinatarie del provvedimento di fermo della Procura di Agrigento, disposto dal pm Gaspare Bentivegna, per pericolo di fuga e di reiterazione del reato: i tre indagati sono stati rinchiusi nella casa circondariale Pasquale Di Lorenzo. Secondo gli investigatori avrebbero voluto e cercato di uccidere il concessionario di auto del Villaggio Mosè, ma nell'esecuzione del reato - per errore appunto - è stata uccisa un'altra persona: Roberto Di Falco, 38 anni di Palma di Montechiaro, che aveva raggiunto il piazzale della concessionaria in compagnia dei tre.
Ai fermi si è arrivati dopo circa 12 ore di indagini, coordinate in prima persona dal procuratore Giovanni Di Leo. Attività investigativa che è ancora in corso e che è quindi relativa. Sarebbe stato appurato che nel piazzale della concessionaria non vi è stata una rissa, ma ci sarebbe stata un'aggressione - quattro contro uno - con conseguente colluttazione. Ed è durante la colluttazione che è partito il colpo di pistola che ha centrato all'addome il 38enne. Le dichiarazioni acquisite dalla polizia sono contrastanti, se non diametralmente opposte. Alla base della lite ci sarebbe il pagamento di una macchina - durante una ordinaria compravendita - con assegni non esigibili poiché scoperti.