Strade semi deserte, saracinesche abbassate, cimiteri aperti. Cosi si presenta Gela oggi, festa di Ognissanti, dalle origini molto antiche, nata per celebrare la commemorazione dei martiri, che hanno dato la vita per la propria fede. Le prime testimonianze della festa sono state rintracciate in Antiochia. Nel 610 d.c., Papa Bonifacio IV decise di introdurre la commemorazione regolare dei santi nella giornata del 13 maggio, poi slittata al 1 novembre. Festeggiare tutti i santi, per la chiesa, significa guardare coloro che già posseggono l’eredità della gloria eterna, che hanno lasciato che la misericordia del padre vivificasse la loro vita. I santi, come fratelli maggiori che la chiesa propone come modelli perché, peccatori come ognuno di tutti, hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù. Giornata di festa per i gelesi che anche oggi sfruttano il loro tempo libero per recarsi au cimiteri. Attivo, dalle 7 alle 18, i bus navetta dell’Ast con corse ogni trenta minuti. Domattina, al cimitero monumentale, istituzioni, autorità religiose, militari e associazioni reduci di guerra deporranno una corona di alloro all’altare della patria e al monumento di tutte le guerre. Protagonista della festa, l’arte pasticcera. Pupi di zucchero in prima fila, con origini di che sembrano risalire al 1574 quando fu organizzata una cena in onore della visita di Enrico III per la quale il cuoco creò delle sculture di zucchero. Altre fonti farebbero risalire questa specialità al tempo degli arabi. C'è anche la frutta Martorana, famosa nel mondo perché la sua preparazione prevede la perfetta imitazione o riproduzione di frutta ma anche ortaggi o pesci. Internamente è simile al marzapane ma notevolmente più dolce e saporito. La base della sua ricetta è esclusivamente la farina di mandorle e il miele. È un prodotto inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio o della Martorana. Nata, secondo la tradizione, perché le monache del monastero della Martorana, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino, ne crearono di nuovi con farina di mandorle e zucchero, in occasione della visita del Re dell'epoca. A Gela, la pasticceria Consiglio, conserva con orgoglio queste tradizioni senza tempo.
Strade semi deserte, saracinesche abbassate, cimiteri aperti. Cosi si presenta Gela oggi, festa di Ognissanti, dalle origini molto antiche, nata per celebrare la commemorazione dei martiri, che hanno dato la vita per la propria fede. Le prime testimonianze della festa sono state rintracciate in Antiochia. Nel 610 d.c., Papa Bonifacio IV decise di introdurre la commemorazione regolare dei santi nella giornata del 13 maggio, poi slittata al 1 novembre. Festeggiare tutti i santi, per la chiesa, significa guardare coloro che già posseggono l'eredità della gloria eterna, che hanno lasciato che la misericordia del padre vivificasse la loro vita. I santi, come fratelli maggiori che la chiesa propone come modelli perché, peccatori come ognuno di tutti, hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù.
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Giornata di festa per i gelesi che anche oggi sfruttano il loro tempo libero per recarsi au cimiteri. Attivo, dalle 7 alle 18, i bus navetta dell'Ast con corse ogni trenta minuti. Domattina, al cimitero monumentale, istituzioni, autorità religiose, militari e associazioni reduci di guerra deporranno una corona di alloro all'altare della patria e al monumento di tutte le guerre. Protagonista della festa, l'arte pasticcera. Pupi di zucchero in prima fila, con origini di che sembrano risalire al 1574 quando fu organizzata una cena in onore della visita di Enrico III per la quale il cuoco creò delle sculture di zucchero. Altre fonti farebbero risalire questa specialità al tempo degli arabi.
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C'è anche la frutta Martorana, famosa nel mondo perché la sua preparazione prevede la perfetta imitazione o riproduzione di frutta ma anche ortaggi o pesci. Internamente è simile al marzapane ma notevolmente più dolce e saporito. La base della sua ricetta è esclusivamente la farina di mandorle e il miele. È un prodotto inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio o della Martorana. Nata, secondo la tradizione, perché le monache del monastero della Martorana, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino, ne crearono di nuovi con farina di mandorle e zucchero, in occasione della visita del Re dell'epoca. A Gela, la pasticceria Consiglio, conserva con orgoglio queste tradizioni senza tempo.