PARTITA LA RACCOLTA FIRME PER DIRE NO ALLA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE
Ambiente
PARTITA LA RACCOLTA FIRME PER DIRE NO ALLA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE
Una raccolta firme per dire no alla costruzione dell'inceneritore a Gela. È partita la prima iniziativa messa in campo dal neo comitato spontaneo, nato con l'obbiettivo di opporsi f...
Una raccolta firme per dire no alla costruzione dell'inceneritore a Gela. È partita la prima iniziativa messa in campo dal neo comitato spontaneo, nato con l'obbiettivo di opporsi fermamente a quanto annunciato dal governatore Nello Musumeci. A Gela, cosi come a Catania, infatti dovrebbe sorgere uno dei due impianti pensati dalla regione. Musumeci lo ha fin da subito chiamato inceneritore, poi il dietrofront: si tratterebbe di un impianto innovativo che non prevede la combustione. I rappresentanti non sono per nulla convinti delle rassicurazioni fornite dai tecnici di una delle aziende coinvolte nel progetto. È innanzitutto una questione morale e ambientale - sostengono - il futuro si muove verso altre direzioni-. Per questo chiedono il rispetto del decreto risalente al 1995 che prevedeva il disinquinamento per il risanamento del territorio, il protocollo d'intesa firmato nel 2014. Secondo i rappresentanti del comitato lo sviluppo economico della città deve basarsi su tutt'altro. Sono convinti che Gela abbia già dato in termini di inquinamento ambientale e che ora sia arrivato il momento di concentrarsi sull'agricoltura, l'archeologia, la portualità, il turismo. Per questo si appellano anche all'amministrazione affinché favorisca la produzione di energia alternativa, a basso impatto ambientale, la valorizzazione del paesaggio, le attività di bonifica. L'emergenza rifiuti in Sicilia non accenna a diminuire, alla discarica Timpazzo continuano ad arrivare rifiuti da mezza Sicilia e di questo passo la vasca e potrebbe esaurirsi prima del previsto. Dalla regione non arrivano alternative, il project financing sembra andare avanti. In ogni caso prima della realizzazione trascorrerebbero tre anni. Il comitato spontaneo no inceneritore è intenzionato a dare filo da torcere alla regione. Promuoveranno anche una class action, contro la regione che dal 1995 ad oggi - sostengono - non ha praticamente fatto nulla per attuare il piano di risanamento. I gazebo per la raccolta firme, uno nei pressi dell'ex dogana e l'altro presso una nota stazione di servizio a Macchitella, rimarranno aperto fino a stasera.di Graziano Amato
Una raccolta firme per dire no alla costruzione dell'inceneritore a Gela. È partita la prima iniziativa messa in campo dal neo comitato spontaneo, nato con l'obbiettivo di opporsi fermamente a quanto annunciato dal governatore Nello Musumeci. A Gela, cosi come a Catania, infatti dovrebbe sorgere uno dei due impianti pensati dalla regione. Musumeci lo ha fin da subito chiamato inceneritore, poi il dietrofront: si tratterebbe di un impianto innovativo che non prevede la combustione. I rappresentanti non sono per nulla convinti delle rassicurazioni fornite dai tecnici di una delle aziende coinvolte nel progetto. È innanzitutto una questione morale e ambientale - sostengono - il futuro si muove verso altre direzioni-. Per questo chiedono il rispetto del decreto risalente al 1995 che prevedeva il disinquinamento per il risanamento del territorio, il protocollo d'intesa firmato nel 2014. Secondo i rappresentanti del comitato lo sviluppo economico della città deve basarsi su tutt'altro. Sono convinti che Gela abbia già dato in termini di inquinamento ambientale e che ora sia arrivato il momento di concentrarsi sull'agricoltura, l'archeologia, la portualità, il turismo. Per questo si appellano anche all'amministrazione affinché favorisca la produzione di energia alternativa, a basso impatto ambientale, la valorizzazione del paesaggio, le attività di bonifica. L'emergenza rifiuti in Sicilia non accenna a diminuire, alla discarica Timpazzo continuano ad arrivare rifiuti da mezza Sicilia e di questo passo la vasca e potrebbe esaurirsi prima del previsto. Dalla regione non arrivano alternative, il project financing sembra andare avanti. In ogni caso prima della realizzazione trascorrerebbero tre anni. Il comitato spontaneo no inceneritore è intenzionato a dare filo da torcere alla regione. Promuoveranno anche una class action, contro la regione che dal 1995 ad oggi - sostengono - non ha praticamente fatto nulla per attuare il piano di risanamento. I gazebo per la raccolta firme, uno nei pressi dell'ex dogana e l'altro presso una nota stazione di servizio a Macchitella, rimarranno aperto fino a stasera.di Graziano Amato