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PATTO TRA MAFIA E POLITICA A NISCEMI, ASSOLTI QUATTRO IMPUTATI

Cronaca

PATTO TRA MAFIA E POLITICA A NISCEMI, ASSOLTI QUATTRO IMPUTATI

I giudici della Corte d'Appello di Caltanissetta, hanno ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti dei quattro imputati coinvolti nell'ambito del processo scaturito dall&...

Donata Calabrese

14 Febbraio 2023 15:07

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I giudici della Corte d'Appello di Caltanissetta, hanno ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti dei quattro imputati coinvolti nell'ambito del processo scaturito dall'operazione denominata "Polis". I quattro imputati, Calogero Attardi, ex consigliere comunale e assessore della giunta La Rosa di Niscemi ed il padre Giuseppe, oltre che i fratelli niscemesi Giuseppe e Salvatore Mangione sono stati tutti assolti perché "il fatto non sussiste". Erano finiti nei guai per un presunto patto, stretto tra mafia e politica, in occasione delle elezioni amministrative del 2012, quando a Niscemi venne eletto sindaco Francesco La Rosa, anche lui coinvolto inizialmente nell'inchiesta e poi assolto dal Tribunale per non aver commesso il fatto. In primo grado i gelesi Calogero Attardi ed il padre Giuseppe sono stati condannati a quattro anni di reclusione ciascuno mentre ai fratelli Mangione venne inflitta una condanna a due anni e otto mesi. Il Pg aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. I legali degli imputati, hanno sempre sostenuto che in occasione delle elezioni amministrative, non ci fu nessun patto corruttivo tra esponenti politici ed imprenditori del territorio. Secondo gli investigatori, l'exploit elettorale dell'ingegnere Calogero Attardi, che correva per il consiglio comunale, risultato il più votato in assoluto, sarebbe stato favorito da presunte influenze del boss Giancarlo Giugno. In cambio dei voti, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato il versamento di soldi, la promessa di assunzioni nelle società di Giuseppe Attardi, la possibilità di acquisire lavori al Comune, truccando le relative gare e l'acquisizione di commesse e lavori.Per l'accusa, appartenenti a Cosa nostra, si sarebbero incontrati in aperta campagna per discutere di presunti accordi politico-mafiosi. Nelle elezioni del 2017, Ciccio La Rosa si candidò nuovamente e al ballottaggio venne sconfitto da Massimiliano Conti che incassò il 58,65% dei voti mentre l'allora sindaco uscente, La Rosa, ottenne il 41,35% delle preferenze. Entrambi erano sostenuti da liste civiche. Il blitz scattò il 29 giugno del 2017. A condurre le indagini la polizia coordinata dalla Dda di Caltanissetta. Nove le misure di custodia cautelare eseguite per i reati di associazione mafiosa e scambio di voti. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Peluso, Lillo Fiorello e Rocco Di Dio che hanno concluso chiedendo per i quattro imputati l'assoluzione. Il Comune di Niscemi, anche in appello si è costituito parte civile con l'avvocato Angelo Cafà, il quale, così come la procura generale, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.di Donata Calabrese

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