Pescagel, è iniziata la rimozione del pesce putrefatto: liberata la prima cella frigorifera
Attualità
Pescagel, è iniziata la rimozione del pesce putrefatto: liberata la prima cella frigorifera
Nelle prossime ore anche la seconda grande cella frigorifera sarà liberata
Svolta nell’emergenza odori nauseabondi che da ormai due settimane tiene banco in città. Questa mattina alla Pescagel, azienda ittica della zona industriale distrutta dalle fiamme lo scorso 5 agosto, e’ iniziata la rimozione del pesce putrefatto. E’ stata liberata per prima la cella frigorifera più piccola. Le enormi quantità di materiale organico che marcivano al suo interno da due settimane sono state trasferite in un container a tenuta stagna. Questo dovrebbe isolare completamente il cattivo odore e dunque ridurre, con molta probabilità, i miasmi che a sera, con la complicità del vento, invadono interi quartieri residenziali. Stessa sorte dovrebbe toccare alla seconda, più grande, cella frigorifera. Le operazioni potrebbero continuare anche domani, nonostante sia domenica. Il pesce andato a male rimarrà all’interno dei cassoni fino a quando non sarà completata la caratterizzazione del prodotto per il trasferimento in discarica. A quel punto la bonifica del sito continuerà come previsto dalle normative. Le operazioni vanno avanti sotto la vigilanza e il controllo dell’Arpa e dei Carabinieri del Noe, che anche ieri mattina hanno eseguito un sopralluogo. E’ massima l’attenzione dei responsabili che stanno gestendo un’emergenza di enorme portata e che subito dopo lo scoppio dell’incendio hanno comunicato alle autorità preposte la gravità dei fatti. Dopo il vasto incendio dello scorso 5 agosto e per i successivi 4 giorni l’azienda è stata interessata da continui piccoli roghi tanto da richiedere quotidianamente l’impegno dei Vigili del Fuoco che hanno interdetto l’area fino al 9 agosto. A quel punto l’azienda che si è occupata di rimuovere le enormi tonnellate di ferrame collassato a causa delle fiamme ha dovuto attendere ancora dei giorni prima di intervenire perché grandi lastre di lamiere continuavano a cadere rendendo pericolose le operazioni. Il tutto e’ avvenuto a cavallo della festività di ferragosto che ha rallentato l’inizio della messa in sicurezza del grande capannone. Una serie di complicazioni che hanno aggravato una disastro che ha distrutto, in pochi attimi, distrutto una grossa azienda insieme ai sacrifici di una vita. In queste settimane centinaia sono state le segnalazioni dei cittadini che a causa dei mali odori si sono rivolti anche ai Carabinieri e alla Procura. Ci sono dei fascicoli aperturi, anche sulle acque nere del fiume Gela. Anche ieri sera i miasmi hanno invaso interi quartieri residenziali. Quel che conta è che le operazioni di bonifica ora procedono spedite. Bisognerà avere ancora un po di pazienza. Parte del pesce putrefatto, ora chiuso all’interno del container, non dovrebbe più essere una minaccia per l’olfatto di migliaia di gelesi.
Svolta nell'emergenza odori nauseabondi che da ormai due settimane tiene banco in città. Questa mattina alla Pescagel, azienda ittica della zona industriale distrutta dalle fiamme lo scorso 5 agosto, e' iniziata la rimozione del pesce putrefatto. E' stata liberata per prima la cella frigorifera più piccola. Le enormi quantità di materiale organico che marcivano al suo interno da due settimane sono state trasferite in un container a tenuta stagna. Questo dovrebbe isolare completamente il cattivo odore e dunque ridurre, con molta probabilità, i miasmi che a sera, con la complicità del vento, invadono interi quartieri residenziali. Stessa sorte dovrebbe toccare alla seconda, più grande, cella frigorifera.
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Le operazioni potrebbero continuare anche domani, nonostante sia domenica. Il pesce andato a male rimarrà all'interno dei cassoni fino a quando non sarà completata la caratterizzazione del prodotto per il trasferimento in discarica. A quel punto la bonifica del sito continuerà come previsto dalle normative. Le operazioni vanno avanti sotto la vigilanza e il controllo dell'Arpa e dei Carabinieri del Noe, che anche ieri mattina hanno eseguito un sopralluogo. E' massima l'attenzione dei responsabili che stanno gestendo un'emergenza di enorme portata e che subito dopo lo scoppio dell'incendio hanno comunicato alle autorità preposte la gravità dei fatti. Dopo il vasto incendio dello scorso 5 agosto e per i successivi 4 giorni l'azienda è stata interessata da continui piccoli roghi tanto da richiedere quotidianamente l'impegno dei Vigili del Fuoco che hanno interdetto l'area fino al 9 agosto.
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A quel punto l'azienda che si è occupata di rimuovere le enormi tonnellate di ferrame collassato a causa delle fiamme ha dovuto attendere ancora dei giorni prima di intervenire perché grandi lastre di lamiere continuavano a cadere rendendo pericolose le operazioni. Il tutto e' avvenuto a cavallo della festività di ferragosto che ha rallentato l'inizio della messa in sicurezza del grande capannone. Una serie di complicazioni che hanno aggravato una disastro che ha distrutto, in pochi attimi, distrutto una grossa azienda insieme ai sacrifici di una vita. In queste settimane centinaia sono state le segnalazioni dei cittadini che a causa dei mali odori si sono rivolti anche ai Carabinieri e alla Procura. Ci sono dei fascicoli aperturi, anche sulle acque nere del fiume Gela. Anche ieri sera i miasmi hanno invaso interi quartieri residenziali. Quel che conta è che le operazioni di bonifica ora procedono spedite. Bisognerà avere ancora un po di pazienza. Parte del pesce putrefatto, ora chiuso all'interno del container, non dovrebbe più essere una minaccia per l'olfatto di migliaia di gelesi.