PRONTO SOCCORSO INFETTIVOLOGICO POTREBBE RIAPRIRE, ANNULLATA SUB INTENSIVA ED È CARENZA ANESTESISTI
Salute
PRONTO SOCCORSO INFETTIVOLOGICO POTREBBE RIAPRIRE, ANNULLATA SUB INTENSIVA ED È CARENZA ANESTESISTI
"Voglio ringraziare Eni e la regione per il modo in cui renderanno il nostro ospedale un punto di riferimento" dichiarava il sindaco Lucio Greco a marzo del 2021 riferendosi all'a...
"Voglio ringraziare Eni e la regione per il modo in cui renderanno il nostro ospedale un punto di riferimento" dichiarava il sindaco Lucio Greco a marzo del 2021 riferendosi all'apertura del pronto soccorso infettivologico, alla ristrutturazione di quello ordinario, alla creazione della terapia sub intensiva e alla nuova terapia intensiva finanziata da Eni. A distanza di quasi tre anni sono stati fatti passi indietro. "Sono sicuro che diventerà attrattivo anche per le professionalità che arriveranno a dar man forte al personale già operativo" continuava il primo cittadino riferendosi al Vittorio Emanuele. Ad oggi la realtà è ben diversa. Uno dei reparti annunciati non vedrà mai la luce, uno non è stato completato a quasi un anno dall'inizio dei lavori, uno risulta chiuso e molti medici sono scappati. Quasi tre anni fa l'ex commissario della struttura commissariale Tuccio D'Urso sarebbe dovuto arrivare in città per annunciare tempi e costi della nuova terapia sub intensiva. I lavori non sono mai partiti e mai partiranno, come spiega il commissario dell'Asp Alessandro Caltagirone. Iniziati a marzo del 2022,invece i lavori della terapia intensiva finanziata da Eni non sono ancora terminati. La nuova terapia intensiva permetterebbe di eseguire un maggior numero di interventi chirurgici, se ci fossero i chirurghi. Dopo la fuga del dottor Antonino Tirrò all'ospedale Vittorio Emanuele si operano solo le urgenze e le liste d'attesa sono lunghissime. Si va dai 14 ai 16 mesi per ernie o prostate. Tragica la carenza di anestesisti. Dopo il pensionamento dell'ultimo rianimatore l'ospedale di Niscemi è rimasto scoperto, Mazzarino ne conta uno solo, Gela quattro. L' Asp è pronta a diramare un bando internazionale. Al momento resta chiuso anche il nuovo pronto soccorso infettivologico. Doveva servire ad avere accessi e locali separati, in modo che i pazienti infettivi non entrassero in contatto con gli altri. Dopo la sua apertura si doveva procedere con la ristrutturazione di quello ordinario. Dopo poche settimane di attività ne fu disposta la chiusura. Ad oggi molti positivi transitano dal vecchio pronto soccorso. Una situazione destinata a cambiare, come conferma Caltagirone.di Graziano Amato
"Voglio ringraziare Eni e la regione per il modo in cui renderanno il nostro ospedale un punto di riferimento" dichiarava il sindaco Lucio Greco a marzo del 2021 riferendosi all'apertura del pronto soccorso infettivologico, alla ristrutturazione di quello ordinario, alla creazione della terapia sub intensiva e alla nuova terapia intensiva finanziata da Eni. A distanza di quasi tre anni sono stati fatti passi indietro. "Sono sicuro che diventerà attrattivo anche per le professionalità che arriveranno a dar man forte al personale già operativo" continuava il primo cittadino riferendosi al Vittorio Emanuele. Ad oggi la realtà è ben diversa. Uno dei reparti annunciati non vedrà mai la luce, uno non è stato completato a quasi un anno dall'inizio dei lavori, uno risulta chiuso e molti medici sono scappati. Quasi tre anni fa l'ex commissario della struttura commissariale Tuccio D'Urso sarebbe dovuto arrivare in città per annunciare tempi e costi della nuova terapia sub intensiva. I lavori non sono mai partiti e mai partiranno, come spiega il commissario dell'Asp Alessandro Caltagirone. Iniziati a marzo del 2022,invece i lavori della terapia intensiva finanziata da Eni non sono ancora terminati. La nuova terapia intensiva permetterebbe di eseguire un maggior numero di interventi chirurgici, se ci fossero i chirurghi. Dopo la fuga del dottor Antonino Tirrò all'ospedale Vittorio Emanuele si operano solo le urgenze e le liste d'attesa sono lunghissime. Si va dai 14 ai 16 mesi per ernie o prostate. Tragica la carenza di anestesisti. Dopo il pensionamento dell'ultimo rianimatore l'ospedale di Niscemi è rimasto scoperto, Mazzarino ne conta uno solo, Gela quattro. L' Asp è pronta a diramare un bando internazionale. Al momento resta chiuso anche il nuovo pronto soccorso infettivologico. Doveva servire ad avere accessi e locali separati, in modo che i pazienti infettivi non entrassero in contatto con gli altri. Dopo la sua apertura si doveva procedere con la ristrutturazione di quello ordinario. Dopo poche settimane di attività ne fu disposta la chiusura. Ad oggi molti positivi transitano dal vecchio pronto soccorso. Una situazione destinata a cambiare, come conferma Caltagirone.di Graziano Amato