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Anche i braccianti della piana di Gela sul piede di guerra: scatta la protesta a Ponte Olivo

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Anche i braccianti della piana di Gela sul piede di guerra: scatta la protesta a Ponte Olivo

Un sit-in e un corteo per dire no alle politiche dell'UE

Graziano Amato

25 Gennaio 2024 11:59

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Braccia incrociate e trattori fermi a Ponte Olivo. Anche gli agricoltori di Gela e Niscemi hanno aderito allo sciopero nazionale. La mobilitazione, già iniziata negli scorsi giorni in altre regioni italiane ma anche in Germania e Francia, è contro le politiche agricole europee. La protesta assume un significato rilevante sopratutto per i produttori della piana di Gela, territorio da secoli vocato all'agricoltura. Piccoli e grandi produttori sono scesi in piazza contro la il falso "Made in Italy", la burocrazia dell'UE, la produzione sotto costo, la chiusura delle aziende agricole, i cibi sintetici e sopratutto contro lo spreco idrico delle dighe.

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Una questione atavica, quella che riguarda gli invasi nisseni, mai risolta acuita dalla siccità. La protesta continuerà anche nelle prossime ore. Questa mattina un corteo di trattori si è snodato lungo la strada statale 117 Gela - Catania generando disagi e rallentamenti al traffico. Sussidi, prezzi all'ingrosso da rivedere, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi alcune dei motivi che hanno spinto i braccianti a scendere in strada ma anche l'obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari e l'esorbitante rincaro prezzi. A solidarizzare con i braccianti in protesta anche il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti.

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