Anche i braccianti della piana di Gela sul piede di guerra: scatta la protesta a Ponte Olivo
Attualità
Anche i braccianti della piana di Gela sul piede di guerra: scatta la protesta a Ponte Olivo
Un sit-in e un corteo per dire no alle politiche dell'UE
Braccia incrociate e trattori fermi a Ponte Olivo. Anche gli agricoltori di Gela e Niscemi hanno aderito allo sciopero nazionale. La mobilitazione, già iniziata negli scorsi giorni in altre regioni italiane ma anche in Germania e Francia, è contro le politiche agricole europee. La protesta assume un significato rilevante sopratutto per i produttori della piana di Gela, territorio da secoli vocato all'agricoltura. Piccoli e grandi produttori sono scesi in piazza contro la il falso "Made in Italy", la burocrazia dell'UE, la produzione sotto costo, la chiusura delle aziende agricole, i cibi sintetici e sopratutto contro lo spreco idrico delle dighe. Una questione atavica, quella che riguarda gli invasi nisseni, mai risolta acuita dalla siccità. La protesta continuerà anche nelle prossime ore. Questa mattina un corteo di trattori si è snodato lungo la strada statale 117 Gela - Catania generando disagi e rallentamenti al traffico. Sussidi, prezzi all'ingrosso da rivedere, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi alcune dei motivi che hanno spinto i braccianti a scendere in strada ma anche l'obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari e l'esorbitante rincaro prezzi. A solidarizzare con i braccianti in protesta anche il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti.
Braccia incrociate e trattori fermi a Ponte Olivo. Anche gli agricoltori di Gela e Niscemi hanno aderito allo sciopero nazionale. La mobilitazione, già iniziata negli scorsi giorni in altre regioni italiane ma anche in Germania e Francia, è contro le politiche agricole europee. La protesta assume un significato rilevante sopratutto per i produttori della piana di Gela, territorio da secoli vocato all'agricoltura. Piccoli e grandi produttori sono scesi in piazza contro la il falso "Made in Italy", la burocrazia dell'UE, la produzione sotto costo, la chiusura delle aziende agricole, i cibi sintetici e sopratutto contro lo spreco idrico delle dighe.
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Una questione atavica, quella che riguarda gli invasi nisseni, mai risolta acuita dalla siccità. La protesta continuerà anche nelle prossime ore. Questa mattina un corteo di trattori si è snodato lungo la strada statale 117 Gela - Catania generando disagi e rallentamenti al traffico. Sussidi, prezzi all'ingrosso da rivedere, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi alcune dei motivi che hanno spinto i braccianti a scendere in strada ma anche l'obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari e l'esorbitante rincaro prezzi. A solidarizzare con i braccianti in protesta anche il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti.