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Scuola, proteste al Sud contro il nuovo concorso: "Docenti vincitori di precedenti selezioni non ancora chiamati"

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Scuola, proteste al Sud contro il nuovo concorso: "Docenti vincitori di precedenti selezioni non ancora chiamati"

Lavorare nella scuola, al Sud, è sempre più difficile

Redazione

13 Dicembre 2024 16:58

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Un nuovo concorso mette in subbuglio il mondo della scuola. Numerose le proteste, soprattutto al Sud. La Gilda degli insegnanti ha chiesto che il ministero dell'Istruzione e del Merito intervenga sulla «seria disparità di trattamento tra coloro che hanno superato le stesse prove concorsuali» creatasi a seguito della nota ministeriale del 26 novembre relativa al percorso di formazione e prova dei docenti che hanno partecipato al concorso Pnrr1. «Siamo al paradosso che chi sta ricevendo una nomina "in ritardo" in questi giorni e che nel frattempo si è abilitato, si trova avvantaggiato rispetto a coloro che si stanno abilitando contemporaneamente ma hanno avuto la sventura di essere stati nominati regolarmente entro il 31 agosto», denuncia il sindacato, «una sorta di verifica del detto "Gli ultimi saranno i primi"».

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La Gilda ritiene del tutto ingiustificata questa disparità di trattamento che danneggia fortemente coloro che hanno avuto una nomina entro settembre che si vedranno obbligati a rinviare di un anno il periodo di formazione e prova con tutto ciò che ne consegue in termini di ricostruzione di carriera e di vincoli alla mobilità. «Riteniamo che così come le nomine da concorso Pnrr possono essere fatte entro il 31 dicembre, anche la data ultima per il conseguimento dell'abilitazione con relativa possibilità di partecipare al periodo di formazione e prova utile alla conferma in ruolo, debba coincidere con la fine dell'anno solare», fa sapere il sindacato.

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La Gilda chiede pertanto che il ministro intervenga al fine di predisporre un provvedimento atto a eliminare questa discriminazione tra docenti che hanno fatto stesso identico percorso ma che sono arrivati a destinazione in tempi diversi solo a causa di ritardi dovuti all'amministrazione.  "Lavorare nella scuola, al Sud, è sempre più difficile. Le opportunità sono poche - dice la docente di sostegno palermitana Marika Faraci, che con i suoi video sui social ha spesso denunciato il gap tra le due aree del Paese - e per migliorare la propria posizione siamo costretti a investire tempo e soldi in corsi come il TFA, un percorso estremamente impegnativo e costoso. Eppure, nonostante la specializzazione e l'inserimento in prima fascia, molti di noi continuano a rimanere senza incarico. Ora, con il nuovo concorso legato al Pnrr, la situazione diventa ancora più insostenibile. Come si può bandire un nuovo concorso quando migliaia di docenti vincitori dei concorsi precedenti o specializzati non sono stati ancora chiamati? È una mancanza di rispetto verso chi ha già fatto sacrifici enormi per formarsi e superare prove selettive».Chi decide di spostarsi al Nord, del resto, spiega l'insegnante palermitana, «per lavorare deve affrontare ulteriori sacrifici personali ed economici, perché qui al Sud il sistema scolastico è lasciato in balia del precariato. Non chiediamo trattamenti di favore, ma una gestione più equa e trasparente: stabilizzare chi è già pronto, prima di creare ulteriori illusioni con nuovi bandi. Il desiderio più grande sarebbe potere concentrare tutte le mie energie sulla preparazione di lezioni stimolanti e innovative, che possano catturare l'interesse degli alunni e contribuire al loro benessere, sia dentro che fuori dall'aula. Tuttavia, mi ritrovo a dover affrontare una realtà con continui ostacoli amministrativi e difficoltà strutturali che tolgono tempo ed energie alla sfera educativa. I nostri ragazzi meritino una scuola capace di valorizzarli appieno, libera da pesi inutili che rallentano il lavoro di chi vuole dare il massimo per il futuro delle nuove generazioni».

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