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SECONDO GIORNO DI SCIOPERO CONTRO IL CARO CARBURANTE PER I CAMIONISTI ITALIANI CON LA SICILIA CAPOFILA

Cronaca

SECONDO GIORNO DI SCIOPERO CONTRO IL CARO CARBURANTE PER I CAMIONISTI ITALIANI CON LA SICILIA CAPOFILA

La Sicilia orientale sta diventando sempre più protagonista Nello sciopero dei camionisti che va avanti ormai da due giorni. Dopo il primo sit-in di ieri in cui anche Gela ha partecip...

Stefano Blanco

22 Febbraio 2022 16:21

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La Sicilia orientale sta diventando sempre più protagonista Nello sciopero dei camionisti che va avanti ormai da due giorni. Dopo il primo sit-in di ieri in cui anche Gela ha partecipato, lo sciopero è diventato ufficiale e da due giorni a questa parte gli autotrasportatori che aderiscono all'AIAS ma anche molti autonomi hanno parcheggiato i loro autoarticolati e tir nelle principali vie di comunicazione stradali delle città. Dal Friuli a Catania passando per la Puglia i cosiddetti "padroncini" stanno lamentando un costo elevatissimo non solo del carburante ma delle spese in generale che di fatti ha assottigliato i loro guadagni portandoli vicini allo zero. A Gela un convoglio di circa 20 tir staziona da giorni nella rotonda di via Niscemi, cercando in maniera pacifica di informare i passanti e senza causare eccessivi disagi alla circolazione. A tutto questo si aggiunge una concorrenza sleale da parte delle grandi flotte che hanno fatto calare i prezzi nel settore degli autotrasporti. Il principale problema sta nel fatto che questi camionisti autonomi hanno investito e investono tutt'oggi cifre altissime per portare avanti un'attività che in passato seppur faticosa quanto meno era redditizia. Un autoarticolato moderno Costa in media sui 110 mila euro per non parlare dei costi di manutenzione, sostituire un singolo pneumatico può arrivare a Costare anche 400 o 500 euro e considerando una media di 1000 km al giorno capita spesso che i mezzi dopo una consegna debbano far visita ad un meccanico. Dalla politica non c'è stata apertura ad un dialogo anzi si è alzato un muro sin dal primo momento, adesso, dunque, a monte di tali  investimenti e di tali condizioni gli autotrasportatori hanno spento i motori e similmente a quello che era successo coi movimenti dei forconi nel 2012, non ripartiranno finché non verranno ascoltati.di Stefano Blanco

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