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SI CHIUDE IL 2020, L’ANNO DEL COVID. SI APRE QUELLO DELLA SPERANZA E LA VOGLIA DI RINASCERE

Disagi del cittadino

SI CHIUDE IL 2020, L’ANNO DEL COVID. SI APRE QUELLO DELLA SPERANZA E LA VOGLIA DI RINASCERE

Ci siamo fermati a causa del lockdown. Siamo stati chiamati a non vivere ed essere responsabili. Quello che state ascoltando e guardando è l'ultimo servizio dell'anno che stiamo tut...

31 Dicembre 2020 15:06

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Ci siamo fermati a causa del lockdown. Siamo stati chiamati a non vivere ed essere responsabili. Quello che state ascoltando e guardando è l'ultimo servizio dell'anno che stiamo tutti lasciando alle spalle. Il 2020. Un anno terribile, che non immaginavamo mai di poter vivere. L'anno 2020 è stato drammatico per tanti, anzi per tantissimi. Tutto il mondo è stato costretto a vivere situazioni di emergenza che mai si erano presentati con tutte le difficoltà venutesi a creare a seguito dell'emergenza covid-19. Un anno caratterizzato dalla morte, dai positivi, dai contagiati. è sarà pur vero. Non dimenticheremo mai quest'anno duro e difficile. Dodici mesi segnati dalla paura e della solitudine, dalla tristezza e dall'abbandono. Ma anche dalla consapevolezza che se cambiamo tutti, ripartiremo. L'ultimo servizio dell'anno più orribile, dove anche la nostra città è stata chiamata ad affrontare situazioni di emergenza. Morti, ricoverati in terapia intensiva, guariti e chi ha lottato tra la vita e la morte. Un tragico conteggio dei morti da covid che si avvia verso le 73mila vittime riconosciute, come se la popolazione di un capoluogo di provincia fosse interamente azzerata. A tutti coloro i quali hanno sofferto va il nostro sostegno, il nostro supporto, la nostra vicinanza. A tutti coloro hanno perso un lavoro, a chi non ha potuto pagare gli affitti e ha chiuso la propria attività, a chi si è rivolto alle Caritas e ai volontari. A chi ha lavorato per noi, i medici e tutti gli operatori sanitari. A chi ha trascorso il natale all'interno delle sale di cura e di riabilitazione, terapia intensiva con solo apparecchiature sanitaria che li tenevano compagnia, senza la propria famiglia, amici o parenti, o come abbiamo imparato tutti a chiamarli, congiunti. Abbiamo incontrato tante persone che desideravano vedere in tv notizie più allegre, servizi divertenti e freschi, e basta con i soliti drammi. Abbiamo conosciuto i negazionisti, insomma, anche noi giornalisti abbiamo incontrato e ascoltato tanti soggetti pronti a cambiare e con la voglia di rinascere, subendo spesso anche attacchi e aggressioni. 2 milioni casi totali in Italia, 73 mila morti attuali, 82,3 mln casi in tutto il mondo con 1,8 mln di decessi. Sono numeri tetri che soffocano e spezzano il fiato. Un anno maledetto. Da rimuovere, cancellare, eliminare. Da saltare sul calendario come un errore, un incidente, un'anomalia. Crediamo invece che sia vero il contrario: il 2020 è un anno da ricordare. Un anno che ha svelato la fragilità del nostro corpo individuale e collettivo. Un anno che ci ha tolto la possibilità di essere vicini, che ci ha strappato il respiro, letteralmente, ma che ci ha insegnato a combattere per quanto ci sembrava scontato. Eppure abbiamo avuto tutti paura, paura di essere contagiati, la paura di contagiare, la paura di morire è tornata dunque a segnare le nostre giornate, perché non solo del coronavirus abbiamo paura, ma di una morte solitaria, senza un accompagnamento, senza un conforto e senza una carezza. Prima del virus, abbiamo tante volte provato, in passato, a raccontare e dare un nome alle vittime del traffico di donne e di uomini annegati nel mediterraneo o degli incidenti nei cantieri, dei meno abbienti e dei poveri. Erano loro gli invisibili. In questo 2020 invisibile è stato lo smarrimento di chi se n'è andato in una solitudine totale, non soltanto per il covid. Invisibile è il dolore di chi ha perso il papà o la mamma, il nonno o la nonna, il fratello o la sorella, all'interno di un ospedale o in una residenza, senza un ultimo abbraccio, con il senso di colpa e di mancanza che non sarà mai colmato per quell'ultima carezza sui capelli bianchi che non c'è stata. Addio 2020, anno del covid, buon fine anno a tutti i nostri telespettatori.

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