Si va verso il recupero della seconda nave greca ritrovata a Gela, Vullo: "Aspettavamo questa notizia da diverso tempo"
Cultura
Si va verso il recupero della seconda nave greca ritrovata a Gela, Vullo: "Aspettavamo questa notizia da diverso tempo"
Ieri l'annuncio della Regione
Il museo della nave, che secondo le rassicurazioni di inizio anno avrebbe dovuto aprire i battenti entro giugno, resta chiuso ma dalla Regione arriva una notizia che studiosi e appassionati di archeologia attendono da più di 30 anni. Il secondo relitto che giace sui fondali di Bulala sarà recuperato. L'imbarcazione fu individuata a circa un chilometro dal primo relitto “Gela I” da un subacqueo nel lontano 1990. Nel 1995 una prima indagine individuò sul fondale la presenza di reperti lignei pertinenti allo scafo e furono recuperati numerosi reperti ceramici del carico che consentirono di datare l’età del relitto. Negli anni successivi, dai fondali di Gela sono stati recuperati altri numerosi reperti come gli elmi corinzi, i numerosi lingotti di oricalco, oltre che molte anfore e ancore. A distanza di 34 anni, l'assessore regionale ai beni culturali e all'identità siciliana Francesco Scarpinato, fa sapere che il progetto di scavo e recupero del relitto sarà realizzato e diretto dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ed effettuato dal raggruppamento di aziende Atlantis di Monreale (Pa) e Cosiam di Gela (Cl) che si sono aggiudicati i lavori. L'impresa costerà circa 500 mila euro a valere sul Patto per il Sud 2014-2020 e il tempo stimato per completare la missione è di 270 giorni. «Il mare di Gela ha restituito in questi decenni tracce del passato di estrema importanza, che contribuiscono alla ricostruzione della sua storia – afferma l'esponente della giunta Schifani – Il recupero di questo secondo relitto costituisce l’ulteriore occasione per il territorio gelese per continuare quel processo di sviluppo culturale e turistico che questa parte di Sicilia merita. Le due navi greche e i numerosi reperti recuperati in questi anni, potranno costituire un polo di attrazione culturale legato all’archeologia subacquea che Gela attende da troppi anni e che consentirà di coniugare le esigenze di tipo scientifico con quelle di tipo culturale». Questa volta non dovrebbero trascorrere 10 anni prima del restauro che nel caso del primo relitto fu eseguito in Inghilterra. Grazie a una fruttuosa collaborazione tra la Soprintendenza del Mare, la Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta e il Parco archeologico di Gela, sarà possibile realizzare le attività di primo trattamento conservativo, consolidamento e restauro definitivo nei locali appositamente allestiti nel museo che ha ospitato lo scorso anno la mostra Ulisse, all’interno del Bosco Littorio, come spiega la sopritendente Daniela Vullo Le operazioni, di competenza della Soprintendenza del Mare in qualità di stazione appaltante si svolgeranno con la collaborazione della Capitaneria di porto di Gela e di Eni Rewind; il direttore dei lavori è Roberto La Rocca, mentre il responsabile unico del procedimento è Pietro Selvaggio. Non è ancora chiaro dove sarà esposto il relitto. Sull'apertura del Museo del Mare, invece, non c'è nessuna certezza. Si sa solo che, dopo il furto dei cavi di rame, continua il contenzioso tra la Sopritendenza e la ditta esecutrice dei lavori.
Il museo della nave, che secondo le rassicurazioni di inizio anno avrebbe dovuto aprire i battenti entro giugno, resta chiuso ma dalla Regione arriva una notizia che studiosi e appassionati di archeologia attendono da più di 30 anni. Il secondo relitto che giace sui fondali di Bulala sarà recuperato. L'imbarcazione fu individuata a circa un chilometro dal primo relitto "Gela I" da un subacqueo nel lontano 1990. Nel 1995 una prima indagine individuò sul fondale la presenza di reperti lignei pertinenti allo scafo e furono recuperati numerosi reperti ceramici del carico che consentirono di datare l'età del relitto. Negli anni successivi, dai fondali di Gela sono stati recuperati altri numerosi reperti come gli elmi corinzi, i numerosi lingotti di oricalco, oltre che molte anfore e ancore.
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A distanza di 34 anni, l'assessore regionale ai beni culturali e all'identità siciliana Francesco Scarpinato, fa sapere che il progetto di scavo e recupero del relitto sarà realizzato e diretto dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ed effettuato dal raggruppamento di aziende Atlantis di Monreale (Pa) e Cosiam di Gela (Cl) che si sono aggiudicati i lavori. L'impresa costerà circa 500 mila euro a valere sul Patto per il Sud 2014-2020 e il tempo stimato per completare la missione è di 270 giorni. «Il mare di Gela ha restituito in questi decenni tracce del passato di estrema importanza, che contribuiscono alla ricostruzione della sua storia - afferma l'esponente della giunta Schifani - Il recupero di questo secondo relitto costituisce l'ulteriore occasione per il territorio gelese per continuare quel processo di sviluppo culturale e turistico che questa parte di Sicilia merita. Le due navi greche e i numerosi reperti recuperati in questi anni, potranno costituire un polo di attrazione culturale legato all'archeologia subacquea che Gela attende da troppi anni e che consentirà di coniugare le esigenze di tipo scientifico con quelle di tipo culturale».
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Questa volta non dovrebbero trascorrere 10 anni prima del restauro che nel caso del primo relitto fu eseguito in Inghilterra. Grazie a una fruttuosa collaborazione tra la Soprintendenza del Mare, la Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta e il Parco archeologico di Gela, sarà possibile realizzare le attività di primo trattamento conservativo, consolidamento e restauro definitivo nei locali appositamente allestiti nel museo che ha ospitato lo scorso anno la mostra Ulisse, all'interno del Bosco Littorio, come spiega la sopritendente Daniela Vullo Le operazioni, di competenza della Soprintendenza del Mare in qualità di stazione appaltante si svolgeranno con la collaborazione della Capitaneria di porto di Gela e di Eni Rewind; il direttore dei lavori è Roberto La Rocca, mentre il responsabile unico del procedimento è Pietro Selvaggio. Non è ancora chiaro dove sarà esposto il relitto. Sull'apertura del Museo del Mare, invece, non c'è nessuna certezza. Si sa solo che, dopo il furto dei cavi di rame, continua il contenzioso tra la Sopritendenza e la ditta esecutrice dei lavori.