Cronaca
Strangolato nel milanese: chiesti 24 anni di carcere per un riesino
Si tratta di Salvatore Tambè, accusato di aver fatto parte di un commando
Ventiquattro anni di carcere per un omicidio. Li ha chiesti la procura generale nei confronti di un riesino ritenuto coinvolto in un delitto al Norditalia. Esattamente la conferma del primo grado del giudizio quando il quarantottenne riesino, Salvatore Tambè - difeso dagli avvocati Mirko La Martina e Simona Giannetti - nel febbraio dello scorso anno, è stato condannato a ventiquattro anni a fronte di una richiesta di ergastolo da parte della procura . Ma la corte di Assise ha poi ritenuto non sussistente l'aggravante della premeditazione, così da non infliggere il carcere a vita. E' ritenuto coinvolto nell'uccisione del quarantaduenne albanese Astrit Lamaj, scomparso nel gennaio 2013 da Genova e il cui corpo è stato ritrovato in una villetta del Milanese sei anni dopo.
Nei suoi confronti si è costituito parte civile il fratello della vittima, al quale è stato riconosciuto il diritto a un risarcimento dei danni. L'imputato, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato al delitto bloccando, con altri, la vittima mentre la strangolavano all'interno di un garage, in cui sarebbe stato attirato per questioni di droga. Questa, almeno, è stata la ricostruzione investigativa. La vittima sarebbe stata uccise su commissione della sua ex compagna, nota per televendite in Liguria, la riesina Carmela Sciacchitano, che ha già patteggiato la pena di 16 anni di carcere.