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TENSIONE E OFFESE FUORI DALLA QUESTURA DA PARTE DEGLI INCRIMINATI CON L’INCHIESTA HYBRIS

Cronaca

TENSIONE E OFFESE FUORI DALLA QUESTURA DA PARTE DEGLI INCRIMINATI CON L’INCHIESTA HYBRIS

Mentre 25 incriminati con il blitz antidroga "Hybris" si accingono a comparire davanti il Gip di Palermo per sottoporsi ad interrogatorio di garanzia, dagli atti dell'inchiesta em...

Graziano Amato

22 Febbraio 2023 14:07

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Mentre 25 incriminati con il blitz antidroga "Hybris" si accingono a comparire davanti il Gip di Palermo per sottoporsi ad interrogatorio di garanzia, dagli atti dell'inchiesta emergono nuovi dettagli. Gli agenti della squadra mobile di Agrigento coordinati dai magistrati della DDA di Palermo, durante l'anno e mezzo di attività investigativa hanno appurato uno patto per la gestione dell'affare droga tra licatesi, catanesi e gelesi. Sarebbero stati questi ultimi tra gli altri a rifornire gli amici della vicina Licata di fiumi di cocaina. A questa attività sarebbero stati dediti in particolare i gelesi Paolo Cavallo, Nunzio Ratto e Giuseppe Domicoli, finiti in manette con altri tre gelesi nel corso del blitz scattato ieri mattina. I tre gelesi in un'occasione avrebbero garantito alla presunta gang del narcotraffico, ai cui vertici ci sarebbe stato il licatese Michele Cavaleri, un carico di droga del valore di 39mila euro. Lo stupefacente sarebbe stato consegnato proprio da Cavaleri a Fabio Della Fossa e ad Antonietta Casaccio, la quale, cosi come altre presunte pusher in gonnella, con tracotanza, avrebbe messo le mani nel business della droga. La stessa tracotanza mostrata da alcuni degli indagati all'uscita della Questura di Agrigento al momento di essere tradotti in carcere. Si sono registrati momenti di tensione con linguacce, offese e il dito medio alzato verso giornalisti e cineoperatori da parte di una delle arrestate. Un'altra donna invece accompagnata da due agenti è uscita dalla Questura con le dita alzate in segno di vittoria, mentre un gruppo di familiari ha innescato una rissa con alcuni passanti per sedare la quale si è reso necessario l'intervento dei poliziotti. Ma ci sono stati anche applausi da parte dei familiari degli indagati mentre il figlio di uno degli arrestati rivolgendosi al genitore in manette ha esclamato: "un liuni si papà".di Graziano Amato

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