Traffico di cocaina tra Gela e Licata: no alla perizia sulle intercettazioni, in 4 a processo
Cronaca
Traffico di cocaina tra Gela e Licata: no alla perizia sulle intercettazioni, in 4 a processo
Sgominata una presunta organizzazione
Niente giudizio abbreviato condizionato per due imputati rinviati a giudizio nell'ambito della maxi inchiesta Hybris che ha sgominato un traffico di cocaina a cavallo fra le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. I giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, non hanno accolto la richiesta dei difensori di due imputati - Fabio Della Rossa e Antonietta Casaccio -, gli avvocati Giuseppe Vinciguerra e Giovanni Castronovo, che chiedevano un processo "allo stato degli atti" con l'unica eccezione di disporre una perizia fonica per smentire che la voce a loro attribuita in alcune intercettazioni appartenga a loro. La questione era stata esaminata dal gup di Palermo, Stefania Brambille, durante l'udienza preliminare ed è stata riproposta prima dell'apertura del dibattimento. Il processo, quindi, nel quale sono imputati Francesco Cavaleri e Fabrizio Truisi prosegue con rito ordinario e saranno sentiti tutti i testi e acquisite tutte le nuove prove di pm e difesa (fa parte del collegio anche l'avvocato Gaspare Lombardo. Hanno, invece, scelto il rito abbreviato: Michele Cavaleri, Lillo Serravalle, Ferdinando Roberto Serravalle, Angelo Sorriso e Concetta Marino. Il pm della Dda, Francesca Dessì, ha chiesto la condanna di tutti a pene fino a 20 anni di reclusione. L'inchiesta avrebbe sgominato una associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Le indagini hanno permesso di portare alla luce anche un giro di armi. Il gup di Palermo, Stefania Brambille, si era dichiarato incompetente per territorio in relazione ad alcune decine di capi di imputazioni relativi a episodi di spaccio che si sarebbero consumati a Gela e Agrigento. La conseguenza è che il processo si celebrerà, oltre che al tribunale di Palermo, anche a Caltanissetta e ad Agrigento. Il dibattimento in corso ad Agrigento è stato aggiornato per sentire il primo testimone della lista della procura ovvero la presunta vittima di un pestaggio con metodo mafioso da parte del gruppo.
Niente giudizio abbreviato condizionato per due imputati rinviati a giudizio nell'ambito della maxi inchiesta Hybris che ha sgominato un traffico di cocaina a cavallo fra le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. I giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, non hanno accolto la richiesta dei difensori di due imputati - Fabio Della Rossa e Antonietta Casaccio -, gli avvocati Giuseppe Vinciguerra e Giovanni Castronovo, che chiedevano un processo "allo stato degli atti" con l'unica eccezione di disporre una perizia fonica per smentire che la voce a loro attribuita in alcune intercettazioni appartenga a loro.
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La questione era stata esaminata dal gup di Palermo, Stefania Brambille, durante l'udienza preliminare ed è stata riproposta prima dell'apertura del dibattimento. Il processo, quindi, nel quale sono imputati Francesco Cavaleri e Fabrizio Truisi prosegue con rito ordinario e saranno sentiti tutti i testi e acquisite tutte le nuove prove di pm e difesa (fa parte del collegio anche l'avvocato Gaspare Lombardo. Hanno, invece, scelto il rito abbreviato: Michele Cavaleri, Lillo Serravalle, Ferdinando Roberto Serravalle, Angelo Sorriso e Concetta Marino. Il pm della Dda, Francesca Dessì, ha chiesto la condanna di tutti a pene fino a 20 anni di reclusione. L'inchiesta avrebbe sgominato una associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Le indagini hanno permesso di portare alla luce anche un giro di armi.
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Il gup di Palermo, Stefania Brambille, si era dichiarato incompetente per territorio in relazione ad alcune decine di capi di imputazioni relativi a episodi di spaccio che si sarebbero consumati a Gela e Agrigento. La conseguenza è che il processo si celebrerà, oltre che al tribunale di Palermo, anche a Caltanissetta e ad Agrigento. Il dibattimento in corso ad Agrigento è stato aggiornato per sentire il primo testimone della lista della procura ovvero la presunta vittima di un pestaggio con metodo mafioso da parte del gruppo.