Salute
Trasfusione infetta, Ministero condannato: 900 mila euro ai quattro eredi
A perdere la vita una donna di 86 anni deceduta per l'aggravarsi in cirrosi dell'epatite C che aveva contratto
Il ministero della Salute dovrà risarcire con 900 mila euro i quattro eredi di una 86enne deceduta per l'aggravarsi in cirrosi dell'epatite C che aveva contratto in conseguenza di trasfusioni di sangue cui era stata sottoposta nel 1973. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Catania che ha emesso la sentenza di una causa iniziata nel 2018 dagli eredi della donna, assistiti dall'avvocato Silvio Vignera, intentata al ministero che rigettava ogni responsabilità.
Il Tribunale di Catania, sempre sensibile a queste tematiche e con una giurisprudenza costantemente coerente ai principi dell'ordinamento giuridico, confermati di sovente dalla Suprema Corte - afferma il legale - ha ancora una volta applicato l'importante principio secondo cui la responsabilità colposa dell'amministrazione statale, anche per casi di epatite, è sussistente già dalla fine degli anni Sessanta, per non avere adottato le misure idonee a prevenire e impedire la trasmissione di malattie mediante il sangue infetto".
Secondo l'avvocato Vignera "la sentenza ha anche ribadito la pietra miliare in materia secondo cui rientrano nel novero dei diritti inviolabili della persona anche quelli all'integrità morale, alla vita matrimoniale, alla solidarietà familiare e al rapporto parentale" e che, quindi, "agli eredi della persona che cessa di vivere, per fatto addebitabile a terzi, spetta il risarcimento dei danni da loro patiti in conseguenza della perdita del (loro) rapporto parentale col soggetto deceduto, per i danni determinati dall'intensità del loro vincolo familiare".