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Travolta dai social per la recensione a difesa di gay e disabili: si indaga sulla morte di Giovanna Pedretti

Cronaca

Travolta dai social per la recensione a difesa di gay e disabili: si indaga sulla morte di Giovanna Pedretti

Si indaga a ritmo serrato sulla morte della donna

Redazione

16 Gennaio 2024 11:07

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Si indaga a ritmo serrato sulla morte della titolare della pizzeria ‘Le Vignole', Giovanna Pedretti,  il corpo senza vita della 59enne è stato trovato ieri pomeriggio, nelle acque del Lambro,  a due passi dalla sua abitazione a Sant'Angelo Lodigiano. Negli ultimi giorni, la donna era diventata protagonista di un caso mediatico dopo aver pubblicato la risposta data a una recensione omofoba e contro i disabili apparsa su Google. Una vicenda che aveva inizialmente riempito di elogi la 59enne, ma poco dopo aveva suscitato diverse polemiche sui social dove alcuni utenti avevano sollevato dubbi sull'autenticità della recensione.

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Sul post in questione, peraltro, la stessa commerciante era stata ascoltata dai carabinieri come persona informata dei fatti, per risalire all'identità del presunto autore del post omofobo, prima che venissero sollevati dubbi sull'autenticità della vicenda. Secondo gli inquirenti l'ipotesi più attendibile sarebbe quella del gesto estremo, ma si indaga a tutto campo. Il timore è che le accuse ricevute sul web dalla ristoratrice  abbiano potuto avere un efeftto devastante. E, nel frattempo, Sant'Angelo Lodigiano è sotto choc per ciò che è accaduto.Divenuta, sempre sui social, destinataria di commenti fino a risultare un'eroina nazionale, Giovanna, nel rapido volgere dei sentimenti su Internet era però presto diventata bersaglio di insulti per via delle ricostruzioni, comprese quelle per esempio della giornalista Selvaggia Lucarelli e del compagno Lorenzo Biagiarelli, chef e blogger: ricostruzioni che inquadravano quella recensione come una possibile montatura ad arte. Un falso. Confezionato da lei, Giovanna. Per speculare sul dolore, per farsi pubblicità e nuovi clienti. Affondi che l'avevano offesa e addolorata.

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 Proseguono anche oggi le indagini per capire le cause della morte di Giovanna Pedretti: l'ipotesi più accreditata resta sempre quella del gesto volontario, anche perché da una prima analisi della scena setacciata dalla sezione Rilievi dell'Arma non sembra emergere il coinvolgimento di altre persone. L'inchiesta, al momento conoscitiva, dovrebbe presto diventare a carico di ignoti. Dalle prime verifiche, sembra che Pedretti e la sua famiglia non avessero problemi economici. La donna e il marito avevano gestito altre attività di ristorazione in passato: in particolare la vendita di un locale aveva consentito loro di potersi permettere di non lavorare per un breve periodo.  Nel quadro generale al vaglio degli inquirenti, si inserisce anche un fatto tragico nel passato di Giovanna Pedretti: il fratello Stefano si tolse la vita il 12 gennaio del 2011, quasi dodici anni fa esatti, all'interno del distributore di carburante con autolavaggio che gestiva a Villanterio.  Nel frattempo, è stata sequestrata l'auto della 59enne, una Panda, dove sono state trovate alcune tracce di sangue e questo fa supporre che la donna si potrebbe essere tagliata le vene dei polsi prima di raggiungere il fiume. Poi, saranno analizzati il telefonino e il computer. E' stata inoltre disposta l'autopsia sul cadavere, che si terrà mercoledì o giovedì prossimo, all'Istituto di Medicina legale di Pavia, e l'esame tossicologico.

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